Pappa e dintorni

Attaccare correttamente al seno un neonato

Ogni tipo di allattamento ha le sue gioie e le sue sfide. Scopriamo insieme l’allattamento al seno, quali sono le posizioni e le dinamiche migliori e perché, a seconda del bambino, può non essere la strategia migliore.

15.01.2024

BUONA - Blog

Allattamento al seno e/o allattamento artificiale?

Allattamento al seno o allattamento artificiale? Qual è la scelta migliore per il bambino e – da non dimenticare – per la madre? Come affrontare eventuali difficoltà?
In attesa di un manuale d’istruzioni generale che ci salvi da ogni dubbio o perplessità, è necessario ricordarci quanto l’allattamento al seno o l’allattamento artificiale siano entrambe due scelte assolutamente valide che non devono mettere in dubbio la validità della madre né la sua capacità di prendersi cura del bambino.
Il corpo è uno strumento tanto meraviglioso quanto complesso ed a volte, complici le ansie da prestazione che società, amici e parenti fanno ricadere sulle mamme, c’è il rischio che non “risponda ai comandi” come noi vorremmo, forse anche in segno di protesta o nel tentativo di tutelarci.
Sarete e/o già siete madri meravigliose sia che allattiate al seno sia che scegliate un allattamento artificiale, perché l’unica cosa naturale di cui il vostro bambino ha bisogno è l’amore, il vostro amore e nient’altro.
Un’alternativa all’allattamento al seno che prevede comunque l’utilizzo del latte materno (che è sempre preferibile a quello artificiale) è quello di trasferire il latte, grazie ad esempio agli appositi tiralatte in commercio e consigliati dal medico curante, nel biberon.
Fatta questa semplice ma doverosa premessa, parliamo in questo specifico caso dell’allattamento al seno, scelta solitamente consigliata, e di come effettuarlo nel migliore dei modi.

Il latte materno: benefici per la madre e il bambino

Il latte materno ha numerose qualità, in primis quelle di:

  • ridurre il rischio, anche a lungo termine, di problematiche legate ad anemia, allergie, asma e malattie infettive;    
  • favorire la sopravvivenza dei bambini prematuri.

Inoltre, in termini di gusto, assunzione e possibilità di utilizzo, il latte materno:

  • sazia e disseta velocemente il neonato ed è al contempo molto digeribile;    
  • è tendenzialmente utilizzabile in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento il bambino ne faccia richiesta;    
  • è sempre alla giusta temperatura;    
  • è tendenzialmente più economico.

Allo stesso tempo, l’allattamento è un impegno che grava interamente sulla madre, h24 tutti i giorni, e potrebbe mostrarsi più impegnativo e sfiancante del previsto.

Il latte materno può altresì essere benefico anche per la mamme, infatti:

  • consente un recupero delle condizioni fisiologiche uterine pre-gravidanza più rapido: la suzione del latte da parte del bambino aumenta i livelli di ossitocina, l’ormone che induce una sensazione di benessere, riduce ansia, stress e dolore e fa contrarre l’utero;
  • protegge dall’osteoporosi;
  • riduce il rischio di sviluppare tumore al seno e/o alle ovaie;
  • migliora il rapporto madre-bambino, contribuendo al reciproco benessere     psico-fisico;
  • grazie all’importante dispendio energetico impegnato per la produzione di latte, vengono bruciati più grassi, permettendo un ritorno al peso forma in tempi più brevi.
    Alla luce di queste informazioni,si consiglia, laddove possibile, di preferire il latte materno a quello artificiale e, in caso di allattamento difficoltoso, valutare altre opzioni ottimali per il bambino e la madre (come l’utilizzo del tiralatte).

Le posizione dell’allattamento

Esistono diverse posizioni dell’allattamento.

La più nota, ma forse anche la più scomoda sia per la mamma che per il bambino, è quella a culla.

Tra le altre posizioni consigliate troviamo:

  • la posizione sdraiata, ideale per quando ci si vuole riposare;
  • quella incrociata: da utilizzarsi quando i bambini sono più piccoli, la madre da seduta tieni in braccio il neonato sostenendolo con il braccio opposto alla mammella e mantenendolo perfettamente in asse. Garantendo un attacco più profondo ed efficace, la si consiglia in caso di attacco difficoltoso al seno o in caso di una suzione     debole: garantisce infatti un attacco più profondo ed efficace.
  • a rugby, o presa sottobraccio, in cui la mamma è seduta ed il bambino è appoggiato lungo il suo avambraccio, con i piedi rivolti verso lo schienale ed il corpo al suo fianco. È la posizione consigliata in caso di seno importante o di allattamento gemellare. Evita la pressione sul ventre, non andando ad inficiare sulla madre che ha affrontato un parto cesareo o complicato;
  • infine parliamo della posizione biologica (biological nurturing) o posizione semi reclinata, in cui la madre è semisdraiata, con la schiena appoggiata sul cuscino o su una superficie comoda mentre il bambino è sul suo corpo, a pancia in giù. La posizione biologica è quella più spontanea per la mamma e il bambino, nonché quella che stimola l’istinto naturale del neonato alla suzione e all’allattamento. Inoltre, questa posizione sembrerebbe ridurre il dolore e le lesioni ai capezzoli.

Consigli per attaccare al seno il neonato

Una volta scelta la posizione di attaccamento che si preferisce, assicurati in primis che:

  • testa, collo e colonna vertebrale del bambino siano allineati, non piegati;
  • il suo mento deve essere rivolto verso l’alto e non verso il petto.

Una volta verificate queste due condizioni, puoi:

  • incoraggiare il bambino ad aprire la bocca, prima sfiorando delicatamente il capezzolo sul suo labbro superiore fino a stimolarne l’apertura. Un’apertura ottimale è alla base di un buon attaccamento al seno;
  • una volta aperta bene la bocca, avvicina il bambino al seno indirizzando il capezzolo verso la parte superiore della bocca e attendi che, dopo aver toccare il seno con il mento, il neonato accolga gran parte dell’areola in bocca. Se lo ritieni d’aiuto, prova a modellare delicatamente il seno mentre avvicino il tuo bambino;
  • tieni e sostieni il bambino affinché l’attaccamento sia più ottimale possibile, con il suo nato sempre rivolto verso l’alto così da permettergli una corretta respirazione mentre è attaccato al seno;
  • guarda il bambino, ascoltalo e fai caso al suono e alla durata delle suzioni: all’inizio potrebbero essere brevi e rapide per stimolare l’erogazione del latte, salvo poi diventare più lente e profonde, quando finalmente inizia ad assumere il latte.

Per interrompere l’attaccamento al seno del bambino, laddove questo inizia a diventare doloroso o fonte di gioco, prova a staccare il neonato dal seno e ricominciare.
Se invece il dolore dovuto dall’allattamento al seno si protrae o se il bambino mostra segni di fame o non cresce, rivolgiti il prima possibile ad uno specialista dell’allattamento, così da indagarne la causa e le possibili soluzioni.

La rete di sostegno

Diventare madre è sia far nascere che rinascere: se da un lato si dà la vita ad una nuova piccola creatura che abiterà il mondo a noi circostante, allo stesso si rimette al mondo se stesse, in una nuova veste.
E rinascere non è meno impegnativo che far nascere un figlio.
Per questo è importante essere circondati da una rete di sostegno (da intendersi come un compagno presente che sia genitore tanto quanto lo è la figura materna, amici e familiari pronti a soccorrerci e capaci di scegliere le parole da dire ma soprattutto quelle da “non dire”), che ci supporti durante questo lungo il viaggio e accolga, facendoci sentire amati e al sicuro sempre.

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