Ora della nanna

I disturbi del sonno dei bambini

I disturbi del sonno colpiscono sia grandi che piccini. Scopriamo insieme quali sono, come individuarli e le strategie migliori per risolverli e tornare al piacere della nanna.

19.03.2024

BUONA - Blog

Il sonno dei bambini

Si stima che nei paesi industrializzati il 25% dei bambini al di sotto dei 5 anni soffra di disturbi del sonno, percentuale che scende intorno al 10-12% con il compimento dei 6 anni fino al raggiungimento dell’età adolescenziale.
Tra le possibili cause di questa alterazione del ritmo veglia-sonno possiamo rintracciare i ritmi di vita più serrati e sfiancanti a cui i bambini di oggi sono sottoposti, rispetto alle precedenti generazioni, un utilizzo prolungato nella propria routine degli strumenti elettronici, quali smartphone, tablet, televisione, computer e così via, che portano il bambino a restare sveglio più a lungo, mantenendo il cervello sempre attivo e portandolo ad addormentarsi sempre a orari diversi, impedendo così di creare una sana routine di addormentamento e riposo.
Anche l’aumento delle illuminazioni artificiali nelle città influenza il nostro ciclo naturale di sonno e veglia, naturalmente basato sull’alternanza di luce e buio.

I disturbi del sonno dei bambini

Tra i possibili disturbi del sonno del bambino troviamo:

  • insonnia (20-30%), la difficoltà di addormentarsi e/o a dormire in maniera continuativa durante le ore notturne;
  • parasonnia (25%), una sottocategoria dei disturbi del sonno, che comporta sogni spaventosi o stressanti, causa di ansia, paura e difficoltà nel     riaddormentamento (come pavor notturno o risvegli confusionali);
  • ipersonnia (0,01-0,20%), un’eccessiva sonnolenza durante il giorno che diventa invalidante e talvolta incontrollabile;
  • disturbi del ritmo circadiano (7%), la difficoltà di addormentarsi o il presentarsi di risvegli mattutini troppo precoci o risvegli continui durante la notte, con conseguente difficoltà a riaddormentarsi;
  • disturbi respiratori del sonno (2-3%), alterazioni della normale respirazione che si verificano durante il sonno (come la sindrome delle apnee ostruttive);
  • disturbi del movimento legati al sonno (1-2%), caratterizzati da contrazioni o spasmi degli arti superiori o inferiori durante il sonno.

Le cause dei disturbi del sonno

I neonati dedicano molte ore della loro giornata al riposo, per poi introdurre gradualmente un tempo maggiore di veglia dedicato all’alimentazione e alla scoperta del mondo circostante e di chi lo abita.
Al processo di maturazione mentale e immaginativo del bambino può corrispondere anche l’insorgenza di un sonno più agitato a causa dei primi incubi, che scombinano di conseguenza il sonno del neonato.
Crescendo, intorno al 3° anno di età circa, i bambini iniziano a comunicare ai genitori le loro paure legate all’addormentamento, come la paura del buio o di restare soli.
Questi timori sono per lo più legati alla presa di consapevolezza del bambino di essere una figura autonoma e differente da quella del genitore e questo può talvolta spaventare.
Questa paura del distacco dal genitore può verificarsi sia nel momento dell’addormentamento o in altri momenti della giornata, come durante l’ingresso nella scuola materna, che segna un ulteriore passo verso l’autonomia del bambino.
Aiutare i bambini a superare questi momenti permette loro di formare una sana autonomia e indipendenza che gli permetterà di affrontare le sfide del mondo con forza e fiducia in sé stessi.
Tra le possibili cause dei disturbi del sonno del bambino troviamo infatti:

  • paure diverse come la paura del distacco o quella dell’abbandono, la paura degli incubi e dell’ignoto: il sonno è una porta su un mondo al bambino sconosciuto che può causare insicurezza e timori, inficiando negativamente sulla sua qualità del sonno;
  • eventuali fattori genetici, trasmissibili di genitore in figlio;
    eventuali fattori esperienziali come nel caso di errori comportamenti dei genitori (ad esempio, il prenderlo subito in braccio il bambino in caso di risveglio o durante l’addormentamento o l’abitudine a farlo dormire nel lettone con sé, mettendolo in una condizione di maggiore sensibilità rispetto a rumori ed eventuali movimenti da     parte dei genitori mentre dormono che potrebbero inavvertitamente     svegliarlo);
  • l’ordine di nascita (alcuni studi attestano una maggiore frequenza di insonnia nei     primogeniti e nei figli unici);
  • le modalità di alimentazione: i risvegli notturni all’età di 6 e 12 mesi sono circa il 52% nei bambini allattati al seno, contro il 20% di quelli allattati artificialmente.

Possibili conseguenze dei disturbi del sonno

Tra le conseguenze che una cattiva qualità del sonno può portare con sé troviamo:

  • sonnolenza, disattenzione e in alcuni casi problemi legati all’apprendimento;
  • difficoltà nel controllare impulsi e comportamento, a causa della stanchezza e     della non ottimale lucidità nella gestione delle emozioni;
  • rischio di incorrere in traumi di natura accidentale;
  • disturbi metabolici;
    maggiore rischio di sviluppare ADHD, ovvero il disturbo oppositivo-provocatorio e disturbi depressivi;
  • a ciò si aggiunge l’effetto che il disturbo del sonno del bambino comporta sul resto del nucleo familiare, fonte di stress fisico e mentale, stanchezza e talvolta alla base della propria depressione materna a causa della deprivazione del sonno.

Consigli per il sonno dei bambini

Ecco alcuni semplici e pratici consigli per creare una buona routine del sonnonel bambino e, di conseguenza, anche per i genitori:

  • definisci un orario della nanna e cercate di rispettarlo tutte le sere;
  • fai dormire il bambino sempre nella stessa stanza, facendo coincidere l’addormentamento con il luogo in cui effettivamente dormirà;
  • abitua il bambino a dormire nel proprio letto, anziché nel lettone con la mamma e il papà, così da favorirne l’autonomia e premialo quando questo accade;
  • controlla che la temperatura della camera sia intorno ai 18° C.;
  • a partire dai 3-4 mesi di vita, staccalo dal seno o dal biberon quando si sta addormentando per poi adagiarlo nel suo lettino, in modo da dissociare la fase di alimentazione da quella dell’addormentamento;
  • non utilizzare i dispositivi elettronici (come tablet, smartphone, computer, televisione o altri) dopo la cena, nel tentativo di favorire il rilassamento pre-addormentamento del bambino;
  • allo stesso modo, evita attività attivanti o eccitanti dopo la cena e prima della nanna;
  • rispetta l’orario dei suoi pasti;
  • non dare troppa acqua o cibo prima di dormire, così che non si addormenti appesantito e ne risenta durante la notte;
  • preferisci un’alimentazione equilibrata, ricca di fibre;
  • regola l’esposizione alla luce in modo che durante il sonnellino pomeridiano venga mantenuta la luce naturale dell’ambiente, mentre durante la notte venga meno, così     da stimolare il naturale ritmo sonno veglia governato dall’alternanza di luce e buio.

Se le tecniche comportamentali e le buone abitudini non eliminano i disturbi, c’è la possibilità di un intervento farmacologico.
Pur non esistendo al momento farmaci approvati per l’insonnia in età pediatrica, recenti studi hanno messo in luce gli effetti benefici della melatonina sul sonno del bambino.
La melatonina è un ormone naturale secreta dall’uomo, strutturalmente correlato alla serotonina, che:

  • interviene sulla regolazione del ritmo sonno/veglia. Le alterazioni dei livelli di melatonina possono infatti causare disturbi del ritmo circadiano;
  • la sua produzione è regolata dall’alternanza luce/buio;
  • ha proprietà cronobiotiche, fungendo da un vero e proprio orologio biologico dell’organismo, influenzando i processi neuroendocrini e quelli immunologici.

La melatonina attiva specifici recettori nel cervello che diminuiscono il tempo di addormentamento nelle prime ore notturne, inducendo uno stato di rilassamento e di sonno tale da assicurare un livello adeguato di riposo.
È infatti utilizzata principalmente per due fini:

  • curare l’insonnia;
  • trattare i disturbi di fase ritardata del sonno.

A livello pediatrico, appare come una delle terapie più efficaci e sicure nella cura dei disturbi del sonno in neonati, bambini e adolescenti.

L’importanza della rete di sostegno

Essere circondati da una rete di sostegno, che ci supporti e permetta di recuperare le forze perse  a causa della deprivazione del sonno del bambino che è allo stesso tempo deprivazione del sonno del genitore, può aiutarci a superare i momenti più difficili.
Ricordate che siete genitori ma non macchine e che anche Dio al settimo giorno si è riposato. Perché non dovreste averne diritto anche voi?

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