Cosa mettere nella valigia per il parto: lista co…
Cosa mettere nella valigia per il parto? Una lista completa e consigli utili per mamme in attesa del grande giorno.
LeggiSì: anche alle madri sono concessi momenti di nervosismo. Alla lunga, però, questo può avere ripercussioni sul bambino: scopriamo quali e come prendersi cura di entrambi.
09.10.2023
Diciamocelo: nessuno ci insegna a essere genitori. È un “mestiere” che si impara con il tempo, con gli errori e con l’amore incondizionato per i propri figli, con piccoli gesti e cure che si scoprono solo durante la creazione di questo legame. È facile perdere il controllo ed è normalissimo non saper bene come comportarsi di fronte a un piccolo umano che dipende in tutto da noi. Questo legame genitore è figlio è qualcosa di unico e raro, per questo se un genitore si sente nervoso, il bimbo lo sente e ha degli effetti anche su di lui.
I primi anni di un figlio sono spesso i più difficili, perché bisogna imparare a capire i suoi bisogni visto che lui non ha la possibilità di comunicarcelo in modo diretto. Un pianto può significare molte cose: fame, sonno, bisogno di affetto o anche semplicemente una bizza. E le mamme a volte tendono a mettere al primo posto il proprio bambino, mettendo da parte il proprio benessere per essere a disposizione dei suoi bisogni, portando avanti un gesto d’amore incondizionato e infinito.
Questo comporta uno stress sia fisico che mentale per la mamma, a volte senza che nemmeno lei se ne accorga. Ce ne accorgiamo facilmente perché si è più sensibili ai cambiamenti; le piccole preoccupazioni ci sembrano un po’ più grandi, l’ansia aumenta e ci pare di non avere il controllo della situazione sul lungo termine, facendo insinuare il dubbio su qualsiasi scelta che stiamo prendendo.
Se ti sembra di riconoscere tutti questi segnali, non preoccuparti: siamo qui per dirti che è normalissimo, anche se sta succedendo con il secondo figlio e pensavi di sapere già quello che ti aspettava. È normale perché fare il genitore è un impegno continuo che dura tutta la vita, che ha a che fare con diverse fasi e problemi a seconda del carattere e della personalità sia dei genitori che dei figli, e non esiste un manuale per il genitore perfetto!
L’aspetto importante è quello di cercare di riconoscere quando si ha bisogno di una mano in più - dai nonni, dagli amici, dal compagno o da una babysitter esperta - prima che gli effetti del nostro nervosismo si riversino sul bambino, e fare attenzione a quando arriva il momento di prendersi cura del proprio benessere, come gesto d’amore per se stesse e per i propri figli.
Quando una mamma è stanca e nervosa il suo bambino lo sa: quello che si crea ancor prima della nascita è un legame forte, che porta a capire più facilmente per una mamma quando il bimbo ha bisogno di qualcosa e intuire i campanelli d’allarme, ma anche un bimbo a capire quando i gesti della propria mamma sono più frettolosi, il tono di voce è più alto e le modalità di accudimento cambiano.
Questo comporta un senso di spaesamento nel bambino, oltre ad ansia e iperattività non percepite come un sentimento derivante da un bisogno proprio, ma da una risposta al comportamento del genitore.
Questa situazione prende il nome di “parental burnout" perché si riferisce a uno stress emotivo circoscritto alla vita genitoriale, sia della mamma che del papà.
Quando una mamma è nervosa gli effetti sui figli più visibili nel tempo sono:
Anche i bambini hanno una memoria comportamentale: imparano dai genitori ogni piccolo gesto, e anche se possono non ricordare una precisa situazione, se si abituano al nervosismo dei propri genitori lo riportano nel loro comportamento sociale e nelle relazioni che instaurano.
Non c’è da aver paura: è normalissimo sentirsi stanchi e affaticati, soprattutto quando i nostri bisogni vengono meno e non sappiamo come gestire il poco tempo a disposizione.
Tra burnout (“esaurimento”) e depressione c’è qualche gradino di differenza che ci permette di fermarci prima, voltarci, guardare a quello che abbiamo costruito e renderci conto della forza che abbiamo. Perché è vero che fare i genitori è un lavoro che molte persone hanno fatto prima di noi, ma è anche vero che la famiglia che stiamo costruendo è unica e speciale per le sue caratteristiche e per questo ci richiede degli sforzi mai affrontati prima da nessuno.
E se le difficoltà iniziano a pesarti e non senti di avere più il controllo della situazione, fermati: è il momento di dire stop al tuo corpo e alla tua mente, prenderti cura di te come gesto d’amore per i tuoi figli, uscire e goderti un pomeriggio rilassante chiedendo a qualcuno di aiutarti nella gestione dei compiti e nel guardare tuo figlio, oppure stabilire una routine di esercizi post parto, cercando di metterti al primo posto per un momento - senza sentirti in colpa o in difetto - tenendo a mente che lo stai facendo per lui, per evitare che il tuo stress abbia effetto su tuo figlio un domani.
Rendersi conto della forza di essere mamme oltre al fatto che non si è mai sole e che è giusto chiedere una mano, è la spinta che ci aiuta tutte ad affrontare il nervosismo senza paura, vivendo come una situazione momentanea è passeggera. E come diciamo noi: è solo una brutta giornata, non una brutta vita!
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