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LeggiLo sviluppo del linguaggio nel nostro bambino è una tappa importante sia per la crescita che per la sua socializzazione. Se il piccolo sembra non riuscire ancora a parlare, è normale che questo desti preoccupazione nei genitori. Ma quando è il momento di preoccuparsi realmente e come capire cosa fare?
11.03.2024
Il bimbo inizia a percepire il linguaggio già dentro la pancia della mamma, quando sente le voci dei suoi genitori e ascolta chi da fuori già gli parla con amore e tanta cura. Il suono che sente è chiaramente filtrato e viene chiamato scientificamente “prosodia”, poiché rappresenta una vera e propria melodia con un ritmo preciso.
Per i bambini il linguaggio rappresenta un punto importante per lo sviluppo del loro apprendimento, poiché nei primi anni di vita hanno molto da imparare e da cui trarre insegnamento.
Senza dubbio, uno dei momenti più attesi dai genitori sono le prime parole del bimbo, che di solito sono “mamma” o “papà”. È normale provare ad associare ogni balbettio del nostro piccolo a qualche parola sensata: il desiderio di comunicare con lui è forte, per iniziare a comprendere i suoi bisogni in modo più chiaro e poter creare un legame ancora più profondo.
Ogni stimolo proveniente dalle persone che il bimbo ha intorno, il luogo circostante, i giochi con cui interagisce, i suoni dell’esterno, crea un ambiente di apprendimento continuo da cui il bambino impara costantemente fino allo sviluppo delle prime parole.
Ogni bambino è unico e diverso, per questo quando si pensa che lo sviluppo del linguaggio sia effettivamente “indietro”, bisogna considerare il carattere del piccolo, i suoi bisogni e l’ambiente in cui vive. Ciò nonostante, se ti sembra che il tuo bambino non parli e hai delle preoccupazioni in merito, non aver paura a chiedere il consiglio del pediatra che hai scelto per lui, per capire come affrontare questa fase in modo più sicuro e senza la paura di non saper cosa fare.
Considera che un bambino può iniziare a dire le sue prime parole dopo il primo anno di vita, pronunciando solitamente suoni nasali, che sono più facili da emettere. Dopo i due anni, di solito lo sviluppo del linguaggio subisce un’accelerazione, permettendo l’accostamento di due o tre parole relative ai bisogni più comuni che hanno (pappa, nanna, pipi, mamma…). In questo periodo i bambini tendono a ripetere i suoni che sentono, quindi è importante che chi gli sta più vicino scandisca bene le parole a lui rivolte in modo chiaro e conciso, così che lui le possa memorizzarle e successivamente ripeterle. Associare la parola a un gesto, che magari indichi l’oggetto del discorso, può aiutare a comprenderla meglio per poi farla ripetere al piccolo. Non è sempre facile capire se il nostro bambino stia apprendendo effettivamente quanto gli stiamo insegnando o c’è bisogno di far qualcosa per aiutarlo a parlare con l’aiuto di uno specialista del linguaggio.
In ogni caso, le casistiche che riguardano lo sviluppo del linguaggio sono molto variegate: bambini intelligenti e senza problematiche di sorta possono iniziare a parlare in tempi diversi rispetto a quanto previsto. In passato le ricerche sul linguaggio in età evolutiva cercavano di mettere in evidenza le tappe universali dello sviluppo che si succederebbero in un preciso ordine, identico in tutti i bambini e indipendente dalle diverse lingue e culture.
Negli ultimi anni si è cercato invece di evidenziare le differenze piuttosto che le somiglianze, le strategie, i tempi, i percorsi individuali che ciascun bambino può attuare nel processo di acquisizione del linguaggio. Per questo, se il bambino non parla dopo un anno di vita ma non ci sono altri segnali che possano suggerire problematiche, generalmente non c’è motivo di preoccuparsi. Sempre meglio, comunque, fare riferimento al proprio medico di fiducia.
La prima cosa da fare è verificare che l’età dell’apprendimento del linguaggio sia effettivamente arrivata. Il tuo pediatra saprà sicuramente consigliarti un bravo logopedista, un medico specializzato nello sviluppo del linguaggio in età infantile che aiuta - tramite specifiche attività ed esercizi - ad ampliare o stimolare il vocabolario del bambino.
Se ti stai chiedendo quando preoccuparsi se il tuo bambino non parla, dovresti porti queste domande:
Queste circostanze, se presenti, potrebbero indicare che è necessaria una maggiore attenzione rispetto allo sviluppo del linguaggio del piccolo. In tal caso è fondamentale confrontarsi subito con uno specialista: ricorda che prima si riesce a intervenire, prima il bimbo ha la possibilità di imparare a parlare.
I motivi in questi casi possono essere molti, tra cui DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), problemi uditivi, o problemi alle funzioni neuropsicologiche. Il pediatra, una volta preso atto dell’assenza di linguaggio del piccolo, saprà indicarti le giuste visite specialistiche per arrivare a capire come mai il bambino non parla e quale sia di conseguenza il giusto percorso da intraprendere.
Cara mamma e papà, sicuramente non è facile attendere con ansia quella prima parola che non arriva. Cercate di ricordare che gli indicatori di sviluppo di un bambino sono molteplici, il linguaggio non è l’unico, e certamente il tuo piccolo può essere molto intelligente anche se inizia a parlare con un po’ di ritardo rispetto agli altri bambini. Dagli il suo tempo: con la pazienza, si possono ottenere grandi risultati. Quello che puoi fare per aiutare il tuo bambino - oltre a consultare un medico specializzato nello sviluppo del linguaggio - è farlo sentire amato e compreso: prova a comunicare anche con i gesti, così da associare al suono l’elemento visivo.
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